lunedì 17 settembre 2007

Mura frusta. Rossella replica.



A grande richiesta pubblichiamo i passi salienti del pezzo di Gianni Mura contro Carlo Rossella (dal sito Dagospia).

Chi non s´è ancora ripreso dal Vaffanculo-Day si ritrova un Maiale-Day difficile da mandar giù (il Day, non il maiale). In funzione scacciamoschee, Calderoli ha detto: «Metterò a disposizione sia me stesso sia il mio maiale». La parte più importante della frase è la seconda: Calderoli ha un maiale. Come si chiama? Dove lo tiene? Come lo alimenta? Lo maltratta? Il maiale è d´accordo per marciare su Bologna o ne approfitterà per chiedere asilo politico a Castelnuovo Rangone?
E´ il paese in provincia di Modena che al maiale ha fatto un monumento in piazza, davanti alla chiesa. In un momento così teso, si legge che la terra va arrosto e tra le prime a rosolarsi ci sarà l´Italia. L´angoscia sale. E sale il bisogno di un altrove. Io il rimedio ce l´ho: Carlo Rossella. Non so se funziona con tutti, con me sì e mi basta.

Subito dopo Ferragosto ero rimasto affascinato dal dibattito in corso a Panarea: sandali o tacchi a spillo? Ma anche da certe descrizioni (trascrivo dalla Stampa): «Non ci sono lampioni, le vie sono scure, le stelle in cielo si vedono proprio tutte. Si sente il fruscio dei baci di giovani coppie. Si avvertono parole d´amore sussurrate negli angoli e addirittura lo scorrere delle mani sui corpi sudati».

Altro che occhio, ci vuole orecchio (lo diceva già Jannacci). All´inizio di settembre, sempre per la serie «io non c´ero (ma mi fido)» e sempre sulla Stampa, una foto di Montezemolo in giacca e senza cravatta con la didascalia asciutta: «Montezemolo si è presentato senza cravatta». Essendo il giorno del suo compleanno, con una festa a casa sua ad Anacapri, per me poteva anche presentarsi vestito da metalmeccanico, ma non divaghiamo.

Rossella si supera nella descrizione del giardino: «C´è profumo di oleandri, vibrano gli ulivi, luccicano gli aranci e i limoni, ansimano le palme». Il primo che chiede perché ansimano le palme è un cafone. O hanno corso per non fare tardi, o sono emozionate o sono invidiose degli ulivi che vibrano.

La terra si scalda ma per fortuna "Magazine" ha avuto l´idea di chiedere a Carlo Rossella un diario in esclusiva dal festival di Venezia, non più nelle vesti di inviato ma di presidente di Medusa. Mi spiace non poterlo riproporre tutto in questa rubrica, giusto le righe secondo me più significative: «Prendo il sole, di lunedì al capanno n.21 sulla spiaggia dell´Excelsior. Mi viene a trovare il grande Harvey Weinstein, il più potente produttore americano. Beviamo acqua. Più nessuno sembra bere alcol a Hollywood. Di sera vado a cena da Alberta Ferretti. Prima di salire sulla barca, già molto affollata, i fotografi si scatenano sul mio levarmi le Hogan».

Un momento storico, perdinci. «Fendo la calca. Saluto Afef e faccio quattro chiacchiere con Richard Gere. Lo conosco da tempo». Il primo che chiede dove avrà messo le Hogan è un cafone e non farà mai quattro chiacchiere con Richard Gere.

Non aspettatevi un voto, le considero letture terapeutiche, da un lato rilassano dall´altro fortificano. Adesso mi sento pronto per vedere Coco sull´isola dei famosi. Ha detto che lì veramente si capirà chi è lui, e un volgo disperso repente si desta, si siede in poltrona, pregusta la festa percosso da novo crescente romor….

ED ECCO LA REPLICA DI CARLO ROSSELLA

Interpellato da Dagospia, Carlo Rossella così ha commentato l’articolo: “Io non scrivo per Gianni Mura. Scrivo per le donne. Io sono uno scrittore da donne. Se qualche maschio mi vuole leggere, se vuole fare facile ironia, sono fatti suoi. Comunque, ne parlerò con le femministe Maria Angiolillo, Edvige Fenech e Sandra Carraro. E Mura sarà murato vivo come l’Abate Faria”.

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