sabato 29 agosto 2009

Schegge d'agosto 1- Quattro cose che ho da dire su Angelo Aquaro.

Se c'è una cosa che da giornalista amo del modo di fare questo mestiere in Inghilterra e negli Usa è l'impersonalità, la referenzialità e l'essenzialità del modo di porgere la notizia. Solo il nudo fatto, niente opinioni, niente orpelli.

Tutto il contrario della visione del giornalismo che sembra avere Angelo Aquaro, inviato per Repubblica negli Stati Uniti. Ecco come inizia la notizia della morte di alcuni italiani in un incidente tra un elicottero e un piccolo aeroplano sul fiume Hudson a New York, a un tiro di schioppo dalla Statua della Libertà: "Quando potrà riabbracciare il suo Davide, il figlio 23enne che l'aspetta a Bologna, Silvia Rigamonti, vedova Norelli, potrà finalmente sciogliersi nelle lacrime che non basterebbe l'Hudson maledetto a contenere".

Struggente, vero? Già, ma col giornalismo questo non ha niente a che fare. Lo stile di Aquaro è ottimo per il colore, per la curiosità, dove la confezione è essenziale perché costituisce l'unica sostanza di una notizia per il resto insignificante. L'inviato è però in evidente ambascia quando l'argomento si fa serio. E non per incompetenza o disinformazione. Semplicemente, i temi di pressante attualità non sono nelle sue corde.

Ma il giornalismo, quello paludato della grande stampa, non certo quello spicciolo, da quattro soldi, di fogliacci come Libero, è un servizio prima che un diletto. Sarò già vecchio a 26 anni, sarà inguaribilmente retrò la mia visione del mondo, ma se fossi stato Ezio Mauro, avrei tolto subito l'incarico ad Aquaro e l'avrei retrocesso a fare le recensioni dei Franz Ferdinand o i pezzulli di costume sulle ultime tendenze in quel di Londra. Le 5 W sono forse meno fashion, con la loro storia quasi centenaria, ma rimangono l'abc del giornalismo anche nell'epoca del Web 2.0.

Geppo

3 commenti:

aghost ha detto...

sono abbastanza d'accordo, ed è la ragione per la quale salto a piè pari i pezzi di zucconi. Che è bravissimo intendiamoci, ma con un amore cosi' smisurato per sè stesso e per come scrive che me lo rende stucchevole. Ad ogni frase c'è sempre il fastidioso sospetto che pieghi i fatti, o se li inventi, per poter dire la battuta ad effetto, la citazione dotta o il gioco di parole brillante.

Un altro che detestavo era Biagi, i suoi articoli erano praticamente delle citazioni altrui al 90%.

Anonimo ha detto...

Esatto. Lo stesso valga per la Emanuela Audisio a come firma principale dei mondiali di Berlino.

Roberto ha detto...

Non posso dire di conoscere questo signor Aquaro e ciò che scrive, ma approfitto del commento per segnalare che in una "inchiesta" dal titolo "Less Vegas" (riguardante, manco a dirlo, la città di Las Vegas e apparsa su D del 5 settembre 2009) sembra volerci strappare 'o core riferendo di un terribile fatto di cronaca nera, la cui vittima, un bambino di 6 anni, è stato ucciso a pugni e calci dall'ex boyfriend della madre... imbarbarimento urbano, e dunque umano. E siamo pure d'accordo. Peccato ci sia una menzogna di fondo: l'omicidio in questione è avvenuto a Los Angeles, altra città, altra contea, altro stato!
Ma si può?