sabato 24 ottobre 2009

E no, cara Cecilia. Due giorni di seguito no.

Anche oggi Cecilia Gentile, nella ribattuta del pezzo di ieri, ha chiamato per ben due volte i clochard con l'altro nome.

Due giorni di fila no, cara Ceci.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Enrico, quanto hai ragione! e non sai quanto apprezzi ogni battaglia in nome del pc. L'Italia è l'unico paese del mondo occidentale in cui negli anni Ottanta e Novanta non si è avuta alcuna percezione né alcun sentore della grande battaglia di civiltà del "politicamente corretto" che si stava svolgendo nei paesi, appunto, civili (in primis USA e UK) – qui si è grottescamente passati direttamente agli strepiti e al latrati CONTRO il pc! Sono tutti, da sempre e da subito, "politicamente scorretti"! Patetici ignoranti!

Prova a digitare "barbone politicamente corretto" su Google. Troverai solo roba "contro", roba di questo genere: "Un barbone è un barbone - Contro il politicamente corretto". Patetici ignoranti! (Cosa sia il sito politicamente corretto.com, sinceramente, non l'ho capito; fatto sta che già nella sua home-page si usa il termine "barbone" senza alcun problema!)

L'"anti-politicamente corretto" nasce esso pure in USA e UK, ma come reazione alla saturazione dell'opinione pubblica, e agli abusi, agli eccessi; una mia amica di Manchester mi diceva, anni 90, che si diceva che qualcuno volesse cambiare il nome della città in Personchester – solo un joke (credo), ma dà l'idea del clima.

Un clima che noi non abbiamo mai avuto! Quindi perché vi "ribellate" a qualcosa che mai c'è stato, mai avete visto né sentito? Gli "spazzini" sono diventati "operatori ecologici" solo per essere, fin dal primo istante, derisi; e via di questo passo. Ditemi voi quando avete sentito il peso del PC schiacciare le vostre anime? Per fortuna, qualcosa c'è stato, col solito ritardo, e così "diversamente abile," e così via; e così "senzatetto" per "barbone", ma no, c'è che non lo ha ancora capito, e c'è che proprio non vuole usarlo e lo scrive su internet!

Lo vogliamo capire che quando una parola diventa un insulto ("barbun!", "handicappato!," "ma vai a fare lo spazzino!", "drogato," "negro", et sim.), essa deve essere eliminata, e rinnovata da una parola "neutra" che non connoti automaticamente la categoria in modo spregiativo e/o derisorio?
E' tanto difficile da capire che è una questione di civiltà, di umanità, e di educazione?

Enrico Maria Porro ha detto...

Cara Caterina, grazie per il sostegno.

Geppo ha detto...

«Lo vogliamo capire che quando una parola diventa un insulto ("barbun!", "handicappato!," "ma vai a fare lo spazzino!", "drogato," "negro", et sim.), essa deve essere eliminata, e rinnovata da una parola "neutra" che non connoti automaticamente la categoria in modo spregiativo e/o derisorio?
E' tanto difficile da capire che è una questione di civiltà, di umanità, e di educazione?»

Bravissima, Caterina, hai proprio colto nel segno! Personalmente, non tollero gli eccessi, la desemantizzazione spinta del politicamente corretto, ma soltanto per una questione di lingua. La colpa di questo progressivo slittamento verso l'indeterminato non è però di una supposta intrinseca ipocrisia di queste espressioni, ma, come dici tu, del fatto che l'insensibilità, l'indifferenza e il menefreghismo, lessicale in questo caso, degli italiani ha permesso che anche termini neutri diventassero insulti.

I nomi sono conseguenza delle cose. Chi usa "barbone" per "senzatetto" o gli articoli maschili "il", "un" davanti a "trans" [1] (quando si tratti di un uomo divenuto donna) legittima e, forse, intimamente avalla il pregiudizio verso categorie discriminate. Questo è tanto più intollerabile in quanto si legge in un giornale progressista. Che il becerume regni in fogliacci tipo "Il Giornale", che dette del "muso giallo" a un diplomatico giapponese, non stupisce. Che "Repubblica" ne segua l'esempio, sì.

[1] Come ha fatto Carlo Bonini in un pezzo sul caso Marrazzo.

Enrico Maria Porro ha detto...

Grande Geppo!

Anonimo ha detto...

Grazie Geppo, e complimenti per la quanto mai opportuna precisazione su "trans" – e aggiungi alla lista nera pure il solitamente corretto Gad Lermer stasera all'Infedele.

Anonimo ha detto...

"Al trans" maschile (o addirittura "neutro", come un oggetto inanimato?) oggi (27/10) nel titolo in prima pagina di Rep.! Non si ricordano dei talk show in cui gli sciovinisti di destra appellavano al maschile Vladimir Luxuria per lasciar trasudare tutto il loro disprezzo?