martedì 29 giugno 2010

I suoi primi 30 giorni.



E' passato un mese dal lancio dell'iPad in Italia. Il Post di Luca Sofri ha chiesto un parere veloce a dieci utenti vip del nuovo giochino di Steve Jobs.

Riportiamo quello di Riccardo Luna, direttore di Wired:

Non so se l’Ipad salverà i giornali, come molti editori (e anche molti giornalisti) si augurano. Ma so che chiuderà molte edicole. Ne ho avuto la certezza qualche domenica fa quando, non potendo uscire a comprare i giornali, me li sono sfogliati e letti comodamente sul mio iPad. In quel momento, dopo aver cliccato sulle icone di tanti quotidiani, mi è tornata in mente la felice intuizione di Luca De Biase: i giornali sono applicazioni. Se è vero questo, allora i tablet saranno le nostre edicole, e gli editori sono salvi.

Qui potete leggere le altre nove testimonianze.

4 commenti:

nonunacosaseria ha detto...

beh, ora che so che Christian Rocca si legge il New York Times sull'iPad e il Washington Post su Kindle sto veramente bene, proseguo la mia giornata rilassato.
Non ci avevo pensato, in effetti: leggere un giornale su kindle, un altro sull'iPad, un altro ancora sull'iPhone, un quarto quotidiano sul netbook... ehi, sono figo vero?
dopo aver letto tutti questi quotidiani su tali supporti informatici potrò scrivere, con dovizia di particolari, un bell'articolo sulla crisi economica e sul fatto che tante famiglie italiane non arrivano alla quarta settimana del mese: per superare la recessione ci vuole flessibilità!!!

Enrico Maria Porro ha detto...

Grandissimo Nonuna. Lacerante.

Barbapapà ha detto...

Nonunacosaseria, Rocca non è figo, è cool...

A proposito dell'esimio Rocca, i lettori del Sole hanno la fortuna di ammirarlo in molteplici vesti: da esperto di politica estera ad appassionato di musica, da conoscitore dei new media ad osservatore della società italiana. Poi però le sue origini "foglianti" fanno capolino nei posti più inattesi e nei modi più scorretti. Domenica scorsa nella sua rubrica musicale Gommalacca chiude un intervento su Neil Young così:

"Il disco e la graphic novel hanno il sapore dell’ambientalismo rurale caro al cantante canadese, denunciano l’invadenza dei media e combattono lo Stato che vuole controllare la vita dei cittadini. Non credo che Neil Young, nella sua pur ampia multimedialità, apporrebbe mai dei post-it ai suoi dischi.".

Io trovo molto fastidiosi quei giornalisti che debbono a tutti i costi infilare la propria visione politica in altri ambiti. Non avendo, al momento (ma con Johnny Raiotta non si sa mai), voce in capitolo sul versante politico, ecco che Rocca si ritaglia i suoi spazi a modo suo.
Sarà contento il suo ex-direttore che il suo pensiero può incunearsi tra le (larghe) maglie del giornale confindustriale attraverso un suo discepolo...

Quarzio ha detto...

Hanno chiesto a 10 vip? No scusa, la metà sono tizi che scrivono per ilpost o amici di Sofri.... Non è che si siano sforzati tanto a cercarli sti vip. Per fortuna però che Sofri e company poi fanno le loro rubriche sferzanti sulla pigrizia dei giornalisti e le notizie che non lo erano... grande coerenza