martedì 30 aprile 2013

Osservatorio Calembour.

Quei gobbi di Tuttosport stanotte godranno come ricci, visto l'amore che nutrono per Mourinho.

La prima scivolata americana di Vince.

Rispetto assoluto per Massimo Vince Vincenzi e per l'ottimo lavoro sin qui svolto ma, cacchio, se io fossi l'inviato di Repubblica a New York non scriverei Med Man come ha fatto lui oggi a pag.47, sbagliando. Si scrive Mad Men, cribbio!

MUDD

Auto Osservatorio Errori.

Quando non ci arriva PPR, ci arriva l'autore stesso.

ellekappa di giornata.


Il fiocchetto giallo in attesa che Domenico ritorni.



Da venti giorni abbiamo perso i contatti con il nostro inviato Domenico Quirico, in Siria per una serie di reportage dalla zona di Homs.

Due settimane di ricerche, fatte in modo silenzioso e riservato ma in ogni direzione, coordinate dall’Unità di crisi della Farnesina, non hanno dato sinora alcun risultato concreto e così abbiamo condiviso con le autorità italiane e la famiglia la decisione di rendere pubblica la sua scomparsa, sperando di allargare il numero delle persone che potrebbero aiutarci ad avere informazioni.

Domenico è entrato in Siria il 6 aprile, attraverso il confine libanese, diretto verso Homs, area calda dei combattimenti, per poi spingersi, se ce ne fosse stata la possibilità, fino alla periferia di Damasco.
Era partito dall’Italia il 5 aprile per Beirut, dove era rimasto una giornata in attesa che i suoi contatti si materializzassero: la mattina di sabato 6 aprile gli abbiamo telefonato per avvisarlo del rapimento dei colleghi della Rai nella zona di Idlib. Ci ha spiegato che il suo percorso sarebbe stato completamente diverso e che ci avrebbe richiamato una volta passato il confine. Nel pomeriggio, alle 18:10, ha mandato un sms con cui annunciava al responsabile Esteri de La Stampa di essere in territorio siriano.

Due giorni dopo, lunedì 8, ha prima mandato un messaggio alla moglie Giulietta, per confermarle che era in Siria e che era tutto ok, poi verso sera l’ha chiamata a casa. La linea era molto disturbata, ha spiegato che di lì a poco il cellulare non avrebbe preso più e che le persone con cui viaggiava gli avevano chiesto di non utilizzare il satellitare, che sarebbe stato quindi in silenzio per qualche giorno ma di non preoccuparsi.
Martedì 9 ha ancora mandato un sms a un collega della Rai nel quale diceva di essere sulla strada per Homs. E’ stato questo l’ultimo contatto diretto avuto con Domenico.

Prima di partire ci aveva avvisato che non avrebbe scritto niente mentre era in Siria e che per circa una settimana sarebbe rimasto in silenzio: la copertura della rete dei cellulari è saltata in molte zone dell’area di Homs e usare il satellitare non è prudente perché così si segnala la propria presenza.
Siamo abituati ai silenzi di Domenico, che si ripetono quasi in ogni suo viaggio, tanto che l’ultima volta che era stato in Mali non lo avevamo sentito per sei giorni. Fanno parte del suo modo di muoversi e lavorare: ha sempre sostenuto che le tecnologie e le comunicazioni sono il miglior modo per farsi notare e mettersi in pericolo. La sua strategia è di viaggiare da solo, tenendo un profilo bassissimo e mimetizzandosi tra le popolazioni, al punto di condividere con un gruppo di profughi il rischio della traversata in barcone tra la Tunisia e Lampedusa.

D’accordo con la famiglia dopo sei giorni di silenzio, lunedì 15 aprile, abbiamo avvisato l’Unità di Crisi della Farnesina del viaggio di Quirico e del suo silenzio. Il giorno dopo abbiamo fornito ogni elemento sui suoi spostamenti per far partire le ricerche. Ricerche che non si sono mai interrotte, e di cui apprezziamo gli sforzi fatti in ogni direzione, ma dal terreno fino ad oggi non sono arrivati segnali di alcun tipo.
La scelta di non dare notizia e non pubblicizzare la scomparsa è stata presa, in accordo con le autorità italiane, per evitare di attrarre l’attenzione su Domenico in una zona ad alto rischio di sequestri. Nell’ipotesi che potesse essere in una situazione di difficoltà e cercasse di uscire, ci è stato spiegato che era bene non dare visibilità alla sua presenza.

La grande angoscia delle sua famiglia e di tutti noi, colleghi e amici di Domenico, finora è stata tenuta riservata e anche gli amici che ha nelle altre testate hanno rispettato questo silenzio che speravamo favorisse una soluzione. Purtroppo non è stato così e per questo abbiamo ora deciso di rendere pubblica la sua scomparsa.
Domenico Quirico, 62 anni, è uno dei giornalisti italiani più seri e preparati nell’affrontare situazioni a rischio. Negli ultimi anni ha raccontato il Sudan, il Darfur, la carestia e i campi profughi nel Corno d’Africa, l’esercito del signore in Uganda, ha seguito interamente le primavere arabe, dalla Tunisia all’Egitto, è stato più volte in Libia per testimoniare la fine del regime di Gheddafi. Nell’agosto 2011 nel tentativo di arrivare a Tripoli veniva rapito insieme ai colleghi del Corriere della Sera Elisabetta Rosaspina e Giuseppe Sarcina e di Avvenire Claudio Monici. Nel sequestro veniva ucciso il loro autista e solo dopo due giorni drammatici venivano liberati.

Nell’ultimo anno ha coperto per tre volte la guerra in Mali, è stato in Somalia e ora per la quarta volta è in Siria. Nei suoi primi due viaggi siriani era stato ad Aleppo, dove aveva raccontato i bombardamenti e la prima fase della rivolta. Nell’ultimo aveva invece seguito i ribelli spingendosi fino nella zona di Idlib.
Ha voluto tornare di nuovo per raccontare l’evoluzione di un conflitto che si è allontanato troppo dalle prime pagine dei giornali e che - ci ripeteva - nonostante i suoi orrori non scuote la società civile occidentale.

La cifra del giornalismo di Domenico Quirico è una tensione fortissima alla testimonianza, che deve essere sempre diretta e documentata. Domenico non ha mai accettato di raccontare stando al di qua del confine, attraverso le voci dei profughi o dei fuoriusciti, lo trova eticamente inaccettabile. Ci ha sempre ripetuto che bisogna stare dentro i fatti e che un bombardamento lo si può raccontare solo se si è sotto le bombe insieme alle popolazioni, con cui bisogna condividere emozioni e destini.
Per questo è partito ancora una volta: per onorare il mestiere che ama.

Noi restiamo tenacemente attaccati alla speranza di avere al più presto sue notizie, di continuare ad ascoltare i suoi racconti, e la sua capacità di analisi mai ideologica o faziosa. Lo aspettiamo insieme alla moglie, alle figlie, ai suoi amici e ai nostri lettori.
Per segnalare questa nostra attesa abbiamo deciso di mettere sulla testata del giornale un fiocchetto giallo, come fanno le famiglie che attendono il ritorno di una persona cara di cui non si hanno notizie.

Mario Calabresi - La Stampa

Le due pagine di Repubblica su Domenico Quirico.


lunedì 29 aprile 2013

Il reportage del mese, forse dell'anno.

Quello di Bernardo Valli su Repubblica di oggi che torna a Bagdad dieci anni dopo l'inizio dell'intervento americano. Da ritagliare e conservare per i nipotini.

Romagnoli sempre meno GQ e sempre più LF.

Gabriele Romagnoli è sempre meno GQ e sempre più LF (Largo Fochetti). Strepitoso il suo racconto odierno sui momenti in cui il giuramento del governo Letta si sovrapponeva agli spari di Luigi Preite. Il pezzo segna il ritorno di GR nelle pagine politiche di Repubblica. Bentornato.

Meo Ponte Inviato del Giorno.

Il premio Inviato del Giorno va a Meo Ponte che è andato in gita a Predosa (AL), paese in cui ha vissuto a lungo Luigi Preite, l'attentatore di Palazzo Chigi.

Forza Domenico.

PPR è vicino a Domenico Quirico, inviato della Stampa in Siria, di cui non si hanno notizie da 20 giorni.

Il Giornaledifamiglia e il Fundador.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Ciao Pazzo, come va?

Via Dagospia ti segnalo un articolo del Giornaledifamiglia dedicato alle reazioni dei lettori di Repubblica all'editoriale domenicale del Fundadòr, dove si benedice il Governo Letta. Ma alcuni lettori fedeli a a Largo Fochetti non approvano, e arrivano commenti di questo tipo: “Vattene in pensione, vecchio senza dignità”

Ciao, Peppe

Quel tasto arancione.

La missione era quella di far arrivare più gente possibile sulla nuova pagine degli Spettacoli di largofochetti.it
Ecco spiegato il motivo di quel tasto arancione.

Concita e la ministra.

Per chi l'avesse perso, riproponiamo il battibecco tra Concita De Gregorio e la neo ministro Nunzia De Girolamo andato in onda martedì scorso a Ballarò.

Osservatorio Prime Pagine.

Segnaliamo i tre titoli simili di Repubblica, Stampa e Messaggero. E quello discutibile del Giornaledifamiglia.




Il nuovo Repubblica Spettacoli: uno spettacolo.

Complimenti allo Smorto's Dream Team (o a chi per esso) per il nuovo prodotto editoriale online dedicato agli Spettacoli. Davvero bello.

Vita di Redazione 520. Reunio tra giacche appese, indossate e sparite.

VITA DI REDAZIONE del 26 aprile 2013.
Durata: 5’09”.

00'15”. Il Diretùr ha fatto il ponte (giustamente), così il vice-diretùr Gregorio Botta è oggi il facente funzione, in versione molto casual con pullover sopra la polo a maniche corte della Lacoste® (ne ha una collezione). Nulla cambia, invece, per le “quote rosa” (Marina Garbesi e la giovane Rosalba Castelletti) sempre larghissima minoranza (00'31”).



00'47”. Si affaccia tra due monitor Livio Quagliata, mentre il neo vice-diretùr Angelo Aquaro, che ha cambiato occhiali, prova il look "barba di tre giorni" (00'48”).



00'51”. Gessato matrimoniale per Mattia Chiusano, comunque impeccabile.


1'16”. Scorcio della curva Sud in primavera, quando l'attaccapanni si svuota. Quella appesa, però, potrebbe essere la giacca (al posto del gilet) di LQ, poiché sia Marco Bracconi che MC la indossano. Gli occhiali di MG sono da vista? Perchè non li indossa mentre sta leggendo, contrariamente a MC che li adopera per leggere da vicino e non da lontano.


2'12”. Carlo Chianura ha una vistosa cicatrice poco sopra l'occhio sinistro. Per fortuna testimonia solo un brutto ricordo e niente più. Auguri.


4'33”. Alle spalle della giovane RC (che esibisce un curioso orecchino a “palla di natale” con un atteggiamento vezzosetto) si è seduto, in tribuna Est, l'esperto Vincenzo Nigro che sta chiacchierando con un collega non inquadrato.


Visto, si stampi.
Frank

I titoli di oggi.

Corriere: Spari e paure nel giorno del governo

Repubblica: "Volevo uccidire i politici"

Stampa: "Volevo sparare ai politici"

Giornale: "Il grilletto"

Fatto: "Giuramento e sangue, gli sciacalli subito all'opera"

Sole: "Debiti Pa: enti locali in affanno"

Ft: Hollande to woo business with tax cut

Vita di Redazione 519. Piccole “quote rosa” crescono.

VITA DI REDAZIONE del 24 aprile 2013.
Durata: 11’06”.

00'18”. Le “quote rosa” raddoppiano, rispetto a ieri. Oggi infatti ci sono Teresa Serrao, Stefania Di Lellis, Stefania Aloia e Alessandra Vitali. E diventano cinque con Tiziana Testa (1'00”).



1'22”. Inedita inquadratura di una zona non molto battuta dal regista. In questo caso le “quote rose” risultano perfino maggioranza.


3'01”. Torna la misteriosa redattrice scarmigliata. Al prezioso Rastignac il compito di svelarci l'identità.


5'50”. Il vice-diretùr Dario Cresto-Dina si trasforma in Tiramolla per andare ad attingere dal “pozzetto”.


8'48”. Il Diretùr, che ha parlato di Orazi e Curiazi, incarica DC-D di recapitare un pizzino al vice-diretùr Massimo Giannini (8'49”).



9'22”. Il Diretùr parla al telefono e DC-D cerca di captare qualcosa della conversazione, senza però riuscirci.


Visto, si stampi.
Frank

Il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Dopo un paio di mesi di assenza forzata (salvo rubrica settimanale sul Domenicale) torna a scrivere sul cartaceo il neo vice-diretùr Angelo Aquaro. Ma scopriamo subito che il lupo perde il pelo ma non il vizio. Ecco infatti un paio di errorini nelle prime righe del suo pezzo di ieri sul mago Houdini: AA scrive che il suo primo nome era Ehrich Weiss (invece era Weisz, poi mutato in Erik Weiss), poi cita la città di Appleton, Illinois (invece la Appleton dove visse Houdini è nel Wisconsin). La conferma ce la fornisce Wikipedia:

All'età di quattro anni, Houdini si trasferì con la famiglia, originaria dell'Ungheria, negli Stati Uniti; in tale occasione i nomi furono modificati al fine di renderli più americani: il nome del bambino passò quindi da Ehrich Weisz a Erik Weiss. I Weiss dapprima vissero ad Appleton (Wisconsin), dove il padre Mayer Samuel Weiss prestava servizio nella locale congregazione ebraica riformata in qualità di rabbino.

domenica 28 aprile 2013

Lettere.

La lettera a Corrado Augias di ieri era stata spedita anche a Massimo Gramellini della Stampa, che l'ha usata per il suo Buongiorno. Con la differenza che Gramellini non ha pubblicato il nome della mittente, Augias si.

sabato 27 aprile 2013

Sempre più difficile fare 6 al Superenalotto.

Specialmente se si controlla la combinazione vincente su Repubblica.

Massimo Bray può andar bene?

Il Presidente del Consiglio Enrico Letta ha nominato Massimo Bray ministro dei Beni Culturali e del Turismo. Saranno contenti i promotori dell'appello a Napolitano pubblicato oggi su Repubblica a pagina 25?

Il feticismo del giorno.

L'arrivo in Nazionale, nelle pagine degli Spettacoli, di Andrea D'Addio, collaboratore berlinese di Repubblica. Andrea si definisce così sul sito Berlino cacio e pepe: scrittore e giornalista di fatto, almeno finchè dura, vivo a Berlino dal 2009 sfidando ogni giorno un temibile rivale: la lingua tedesca.

È morto il papà di Laura Asnaghi.

A Laura un abbraccio da tutti noi di PPR.


La riabilitazione di Leonardo.

Tra i vantaggi del nuovo Venerdì, di cui abbiamo già lungamente elogiato le migliorie, ricordiamo anche la riabilitazione a tempo pieno di Leonardo Coen, che negli ultimi due numeri sigla una formidabile doppietta: prima un pezzo che fa a pezzi Vito Crimi, poi un altro che ci fa venir voglia di andare a farci un giro a Marseille.

La soluzione per i divorziati? Repubblica l'ha trovata.

È nella pubblicità che appare proprio sotto all'articolo.
Ringraziamo Antonio Lo Nardo per la segnalazione

Gadget in edicola.

Scrive Sandro P. sul suo sito:
Messa così sembra quasi che i nomi eccellenti saranno pubblicati su Repubblica in edicola. O forse danno la valigetta vuota in omaggio?

Clamoroso al Venerdì: un errore nell'errata corrige.

Sul Venerdì di settimana scorsa, errore nell'ultima riga di una errata corrige a pagina 28: il meta refuso. Un record.

I titoli di oggi.

Repubblica: Letta stoppa Berlusconi al Tesoro

Corriere: Letta vuole chiudere, ultimi ostacoli

Stampa: MInistri e Imu, stretta finale

Messaggero: Governo Letta, il Colle boccia i veti

Il Giornale: Prigioniero del Pd, Letta tira la corda

Sole: Allarme Bce: crediti crunch per le Pmi

Ft.com: French socialists attack ‘selfish’ Merkel

venerdì 26 aprile 2013

Il feticismo del giorno.

Il grande ritorno di Renato Caprile (già "inviato de guera") che scrive un pezzo sul pentimento del presidente serbo verso la strage di Srebrenica.

Osservatorio Product Placement.

Pagina 42 di Repubblica: pubblicità del nuovo libro di Roberto Saviano. Pagina a fianco, la 43: articolo di Roberto Saviano su Donato Manduzio. Meglio di così.

Simone Monari, l'inviato del giorno.

Il premio Inviato del Giorno va al republicone Simone Monari che è andato a Sassuolo ai pre festeggiamenti per la promozione in serie A.
Update: per il momento non gli ha portato troppo bene.

Cose che si potevano evitare.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Ciao Pazzo,
era proprio necessaria la fotona alle pagg. 2-3 di Repubblica di oggi, con Enrico Letta che ha appena comprato (e tiene in mano) una copia di Repubblica da un venditore per strada?
A presto, Peppe

Update: aggiunge Gpp: Era proprio necessario definire "utilitaria" il Fiat Ulysse di Letta, prezzo di listino 33.000 euro ?

giovedì 25 aprile 2013

Arrendetevi, siete circondati.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Ciao feticisti,
per puro narcisismo vi mando una vignetta che, da Grillo in poi, è stata molto inconsapevolmente citata in vari sensi e contesti. L'unica differenza è che si tratta di una vignetta pubblicata da Repubblica nel lontano 1990 (millenovecentonovanta). Ma la satira anticipa anche la satira stessa....

Un saluto, Massimo Bucchi

mercoledì 24 aprile 2013

Nel paese di Enrico Albertosi. Ma stavolta con l'iPad.


Andiamo a ricaricare le pile in Lunigiana. A Pontremoli, per essere precisi, paese natale di Enrico Albertosi, storico portierone di Italia-Germania 4-3 a Città del Messico nei campionati del mondo del 1970.

I contributi saranno a scartamento ridotto. Anche se, stavolta, siamo dotati di iPad e quindi qualche comparsata la faremo senz'altro.

Torneremo a pieno regime lunedì 29 aprile.

Buona Festa della Liberazione a tutte le pipierrine e a tutti i pipierrini.

Enrico Letta Presidente del Consiglio.

Salvo clamorosa rinuncia o impallinamento.


Il feticismo del giorno.

L'arrivo in Nazionale di Pierluigi Depentori, collaboratore di Repubblica (in forze al Trentino) che ha seguito per Largo Fochetti la tragedia della tredicenne Laura Winkler.