giovedì 31 dicembre 2015

Marione ringrazia e saluta. Destinazione Largo Fochetti.

Riceviamo in posta elettronica e volentieri condividiamo:

Questa è l’ultima newsletter che preparo per voi perché oggi è il mio ultimo giorno da direttore de La Stampa, da domani ci sarà Maurizio Molinari e ho la certezza di lasciare il giornale e la sua cucina in ottime mani. Rispettando le tradizioni ho scritto un editoriale di saluto ai lettori e quella che leggerete è la terza versione, le altre mi sembravano troppo burocratiche e le ho buttate.

Leggere un giornale significa appartenere a una famiglia, condividere riti, ripetere ogni giorno gesti istintivi, sapere dove cercare le cose, ridere, commuoversi, indignarsi, arrabbiarsi, ma soprattutto ave re un compagno di strada.

Dirigere un giornale significa rispettarne l’identità, avere a cuore la salute di questa famiglia di lettori e giornalisti, rinnovare e migliorare ogni giorno la casa e saper ascoltare.

L’ho fatto per sei anni e otto mesi e oggi è il mio ultimo giorno da direttore della Stampa. È stato un periodo lungo e felice, in cui la crisi e le difficoltà sono state superate grazie alla passione e alla voglia di cambiare che ho condiviso con la redazione e con i lettori.

Se avete voglia di arrivare fino in fondo potete leggerlo integralmente qui.

Auguri anche da parte di tutti noi di PPR.

Le ultime infografiche (non firmate) del 2015.



Le ultime vignette del 2015.



L'ultima prima del 2015 (-14 alla gestione Calabresi che oggi lascia La Stampa).

martedì 29 dicembre 2015

Appunti e ritagli sparsi di fine anno: imperdibili.

Auguri
Tanti auguri ad Aldo Balzanelli che oggi compie gli anni.



FeticisMini
Torna la mitica Renata Pisu, Giampaolo Cadalanu sostituisce a Parigi la vacanziera (?) Anais Ginori e Benedetta Tobagi si candida per il posto da "milanese" lasciato vacante da Carlo Verdelli.



L'esordio di Giugliano
Ma il vero feticismo del giorno è l'esordio (in prima) del nuovo acquisto (l'ultimo della gestione Mauro): il notista economico Ferdinando Giugliano.



Nessuno tocchi Federica
La storia che racconta Federica Angeli, uno scoop in esclusiva, è sconcertante e conferma come il potere dei clan mafiosi che infestano Ostia sia ancora intatto.
Non si tratta di una buona notizia neppure per la cronista di Repubblica, sotto scorta per aver denunciato la situazione, perché significa che attenzione e solidarietà per una brava giornalista non devono mai venire a mancare.
Da parte nostra: che nessuno tocchi Federica Angeli.



I 100 nomi dell'anno
Torna la rubrica più attesa da noi pipierrini (e non solo): i 100 nomi dell'anno di Gianni Mura, in tre rigorosissime puntate. Nella foto quella di oggi.



Daniela
Tra i 100 nomi dell'anno di Gianni Mura c'è anche Daniela Bellingeri, archivista di Repubblica. R.I.P.



Lo sgarbo
A proposito di Mura, lo sgarbo peggiore che un titolista potesse fargli si è concretizzato sull'ultimo numero del Venerdì: i dannati puntini di sospensione.



Osservatori refusi
Povera Laura Laurenzi, alla quale i grafici del Venerdì hanno sottratto alcune lettere del cognome.



Osservatorio vignette
L'ultimo Altan dell'anno. Semore sul Venerdì.


Spoiler Man
Ringraziamo Enrico Deaglio per averci regalato (sull'ultimo Venerdì) un bel pezzone sul nuovo film di Quentin Tarantino The hateful eight. Grazie soprattutto per averci spoilerato copiose parti della trama. Del resto come poteva non farlo essendo uno dei cento giornalisti invitati all'anteprima del film?



Il fenomeno Repubblica
Riportiamo dal sito primaonline.it:
In occasione del quarantesimo compleanno di Repubblica abbiamo deciso di ripercorrere la primissima stagione della vita di questo giornale perché, forse, il lettorato più giovane (ma anche quello maturo) non sa o non ricorda come ebbe inizio la straordinaria avventura che ha stravolto lo scenario editoriale (e non solo) del nostro Paese. Una capacità di cui Paolo Mieli, nel lontano 1996 quando da direttore del Corriere della Sera era riuscito a riacchiappare e superare il quotidiano di Scalfari, volle essere testimone: “Il fenomeno Repubblica ci ha costretto a chiederci perché un giornale avesse potuto mettere al muro tutti gli altri giornali facendoli risultare – o almeno apparire – invecchiati di colpo di dieci anni” (l’intervista integrale, pubblicata su Prima nel gennaio 1996, è disponibile su Primaonline.it).
Ci è sembrato dunque interessante contestualizzare Repubblica nell’epoca storica in cui nacque, raccontare qual era il pensiero dei suoi fondatori e ripubblicare la prima intervista che fece Eugenio Scalfari, nel luglio del 1975 proprio a Prima, per annunciare la nascita e il progetto editoriale che voleva sviluppare con il suo quotidiano. Un documento che testimonia la coerenza del suo pensiero e del suo operato lungo i vent’anni della sua direzione. Ma anche la capacità di Ezio Mauro di prendere il testimone conservando quella coerenza per i vent’anni a seguire in uno scenario sociale, politico e editoriale in continuo cambiamento.



Feticismi grafici
A pagina 11 del 28 dicembre, la parola "Piegate" è piegata. Forma e contenuto. Notevole.
Ringraziamo @_sigkill_ per la segnalazione.




Le due vignette del giorno (è tornata elleKappa) entrambe sulle targhe alterne.


Infografiche non firmate del giorno. Ci penserà Marione?


La prima di oggi (-16 alla gestione Calabresi).

lunedì 28 dicembre 2015

La replica della replica.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo (in risposta a quest'altra cosa):

Gentile Pazzo,

sento il dovere di replicare brevemente alle attente considerazioni che MUDD ha voluto dedicare, in risposta alla mia lettera.
Non seguirò un ordine cronologico né scolastico, ma cercherò di dare uno spazio più ampio e perciò comprensibile, al mio pensiero.
Io ritengo che la direzione di Ezio Mauro a Repubblica sia stata molto importante e abbia segnato anche un’epoca storica e sociale non meno importante e problematica.
Repubblica con la direzione di Mauro ha quindi riaffermato e consolidato la specificità, la Genesi quasi direi, di grande giornale rappresentativo dell’arco multiforme della sinistra italiana.
Pregio, si dirà, e nel contempo limite culturale, io aggiungo. Il ventennio berlusconiano poi con le sue ombre, ha contribuito a fare di Repubblica il giornale Partito contro la deriva populista e demagogica.
E le firme e le idee di tanti collaboratori ed editorialisti (mi piace ricordare come simbolo di questi anni Peppino D’Avanzo) hanno confermato per una lunghissima stagione un popolo di sinistra che vedeva
in Repubblica l’organo ufficiale dell’opposizione al “regime”.
Ma tutto questo, dicevo prima, a mio personale avviso, ha rappresentato un limite culturale. Repubblica per anni, troppi anni, si è rinchiusa in una riserva politica antiberlusconiana che ha portato innegabili vantaggi sul piano delle vendite e identità,
ma non ha consentito un’apertura delle pagine delle Idee a commentatori liberal ( non oso citare i Panebianco e i Galli della Loggia per timore di un linciaggio….).
La Repubblica è un grande giornale e i grandi giornali sono, nella migliore tradizione anglosassone, plurali nelle idee.
Le pagine dei commenti di Repubblica da anni sono sempre intonate in un canto che poche volte cambia spartito ed interpreti. Io lettore di Repubblica non ho bisogno di essere confermato o rassicurato nelle mie convinzioni.
Io desidero coltivare dubbi. E a tale proposito ricordo che Mario Calabresi negli anni della sua direzione alla sabauda Stampa, ha chiamato a collaborare interpreti del liberalismo quali Ricolfi, Orsina, Gualmini.
Mi spiace deludere il mio gentile e attento interlocutore, ma della grafica rinaldiana io continuo a pensare ogni male. E visto che i modelli da me evocati di Le Monde e dell’italico Foglio, non hanno avuto un grande successo,
richiamerò a mo’ di modello definitivo di ciò che io penso della grafica di un giornale, lo spagnolo El Pais.
Si prenda un numero a caso di quel giornale e lo si sfogli e quello per me è la sintesi grafica di ciò che mi piace e che vorrei ritrovare in Repubblica.
Poi non voglio spingere la mia vis polemica a toni che possono sembrare denigratori,ma sono del parere che la riforma grafica rinaldiana abbia reso il giornale meno attraente.Forse più colorato….. tipo il popolarissimo Bild Zeitung ( capisco è una cattiveria……).
Qualcuno mi spieghi ad es. la bellezza dei due cm di fasce quotidiane azzurre che inglobano fra l’altro inutili rimandi alla Rete.E soprattutto mi dica cosa serve? E l’uso allegro e stavo per dire frivolo, delle fasce azzurre rosse e di ogni altro colore nelle pagine interne?
Io ho citato come modello di pulizia grafica El Pais, ma in Italia Il Corsera ha una leggerezza di caratteri che io ammiro molto.
Io credo che oggi dinanzi ad una crisi di diffusione che temo sia irreversibile, i giornali abbiano il dovere di tentare nuove strade e nuove sfide. E perché no, anche rischiare. Pazienza se si snaturerà come qualcuno teme, l’idea stessa del  quotidiano-settimanale che quarant’anni fa
ispirò Eugenio Scalfari. Penso ad esempio che nel 1976 fu davvero straordinaria l’intuizione di portare li commenti in una pagina interna completamente dedicata. Oggi forse è il caso di ripensare a quell’idea e magari sperimentare, provare di collocare i Commenti e le Idee a pagina 2 e 3,
per rendere più stimolante poi lo sfoglio delle notizie.
So benissimo che quando ho ricordato nel mio intervento Il Foglio, mi sarei esposto a critiche e dubbi. Ne ero consapevole. L’uno è un giornale elitario, libertario, ironico e sorprendente. Il Nostro invece una grande Corazzata un po’ invecchiata nei suoi quarant'anni , un grande giornalone antologico che deve ogni giorno sgomitare per non sentirsi
addosso il fiato del nemico storico Corriere della Sera. Penso, naturalmente, che la sfida del futuro si giocherà sui contenuti. Mi verrebbe quasi da dire: riprendete a fare del buon giornalismo, sporcatevi le mani e le scarpe. Lasciate a casa il computer e usate gli occhi. Camminate, ascoltate, visitate. Raccontate.
Solo se sapremo vincere la sfida di tornare a fare del buon giornalismo, avremo la speranza di vedere davvero dei bei giornali. E forse bellissimi anche ai miei occhi!!  

Con cordialità Walter Alvaro Bartolini

Infografiche non firmate del giorno. Anche oggi niente vignette.



La prima di oggi (-17 alla gestione Calabresi).

giovedì 24 dicembre 2015

Feticismi sparsi prenatalizi. A proposito, auguri.

Come da tradizione



L'AutoMarkettona direttoriale 
Pagina pubblicitaria su Repubblica di oggi.



Londinesi
Anna Lombardi sta firmando da Londra. Vacanze per Enrico Franceschini?



Fabio l'Aretino
Fabio Tonacci ha toccato ieri la settimana di permanenza ad Arezzo. Quasi record.



Ma il Natale lo passerà a casa.



Il republicone Mathieu
Dal Fatto Quotidiano del 6 dicembre scorso.



Belen ricicciata
Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Caro Pazzo, 
il bello del gossip è che - gira e rigira - le notizie sono sempre le stesse, e puoi ricicciare una fotogallery fatta già a marzo... in occasione dei precedenti rumors sulla separazione.Il brutto è che Repubblica non si preoccupi nemmeno di salvare le apparenze.
Ma, riflettendoci, ancora pù brutto è che Repubblica si occupi di Stefano e Belen.Buon Natale! Pietro C.





Lutto
È morto il papà di Meo Ponte. A Meo l'abbraccio di tutti noi di PPR.



Osservatorio Vignette
Mauro Biani per il manifesto.

Gli auguri del grandissimo Massimo Bucchi (mentre elleKappa è proprio in vacanza).

Infografiche non firmate del giorno. Marioneeee, pensaci tu.