giovedì 29 settembre 2016

Manifesto, la rivoluzione è rossa

Come anticipato in altro post, pubblichiamo la recensione di MUDD del nuovo manifesto, da oggi in edicola con una rinnovata veste grafica e nei contenuti.


Manifesto, la rivoluzione è rossa

Spariscono il giallo dalla testata e i bianchi delle pagine interne, il razionalismo si riprende la scena con la bacchetta rossa, le sei colonne fisse e un trionfo di Helvetica nel primo sfoglio, ed esordiscono i grigetti per i commenti (anche in prima).

Però il restyling del manifesto è anzitutto qualcosa di concettuale a cominciare dall'headline in cui - lo nota Fabio Ferri nella sovracopertina - torna la parola rivoluzione (la mente va alla mitologica campagna "La rivoluzione non russa" di un quarto di secolo fa: ne restano ancora delle magliette...). La "camicia del giorno di festa" del quotidiano è un'ode alla grafica, con tributi al duo Trevisani-Maoloni e un compendio su font utilizzate e filosofia degli inserti.

Poi inizia il giornale vero e proprio: degno di nota in prima pagina il triplo richiamo in alto, mentre lo sfoglio interno (già dal blocco in Helvetica) presenta delle fantastiche testatine con logo ad hoc, e dunque la tazzina di caffè per la notizia del giorno, una lente per la politica, un mappamondo per internazionale, un ripetitore per il paginone di reportage (qui un fascione rosso con scritta in bianco rimarca l'eccezionalità del contenuto), un fumetto per l'intervista.
Con Culture (l'oggetto "atomico"), Visioni (occhio) e Community (le onde crescenti della connessione) si chiude la parte "aggraziata" del giornale (sempre nel senso di font), con l'Helvetica spostato nei catenacci.

Segni distintivi: i due rettangolini rossi a inizio pezzo; gli asterischi per i sommarietti alti, rossi come alcune parole-bussola nei titoli; grandi numeri-riepilogo a movimentare le colonne (p. 3 etc.); dei bei boxini costruiti come foglietti-memo dall'orecchietta in alto a destra (p. 7 e p. 15); colonnini in bold con bacchetta verticale nera a sinistra per spezzare le colonne (p. 5 e p. 13); non manca qualche soppalco (ancora p. 5 e p. 11).

Deluso chi si aspettava che fosse arrivato il momento del celebre restyling ideato anni addietro da LeftLoft, ma di quell'impostazione restano leggibilità e chiarezza (massimo due pezzi a pagina), un bel biglietto da visita.
Curiosi di vedere l'ultima pagina (oggi pubblicità, di solito pezzo unico) e lo sfoglio a 24 (da domenica).

Voto: 9 (10 se finalmente Biani in prima diventerà qualcosa in più di una manchette).

MUDD

Foto di @NildePaonessa

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